Febbraio 2020-febbraio 2021. Spazio di Opportunità, il centro educativo e formativo di via Martinelli a Bologna, spegne la sua prima candelina. Un anno decisamente inatteso, caratterizzato dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure anti-contagio che, inevitabilmente, hanno chiamato tutti a una completa riorganizzazione. Abbiamo voluto ascoltare gli educatori che lo hanno animato e lo animano tutt’ora, per capire come è andata.
“Abbiamo cominciato le nostre attività durante le vacanze di Natale 2019, siamo partiti a pieno regime all’inizio di febbraio e dopo un mese abbiamo chiuso – ripercorre Sara Guidi-. Abbiamo potuto riaprire per le attività estive, per poi chiudere nuovamente ad agosto. Dopo tanti mesi a distanza, a settembre abbiamo ricominciato in presenza. Non è stato facile: abbiamo dovuto riprogrammare, rimodulare, reinventare, sempre nel pieno rispetto delle esigenze dei ragazzi e della normativa vigente. Così, con tanta fatica ma anche moltissimo entusiasmo, siamo arrivati sin qui”.
Nei 500 metri quadrati dello Spazio – gestito da Scu.Ter in coordinamento con il Comune di Bologna, con il cofinanziamento della Fondazione Golinelli e dell’impresa sociale Con i bambini –, i ragazzi dagli 11 ai 17 anni possono svolgere i compiti scolastici e sviluppare competenze in laboratori musicali, di storytelling, percorsi di orientamento formativo e professionale. “La fascia d’età che partecipa con più continuità va dagli 11 ai 14 anni, ovvero i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado – spiega Giovanni Pisana, che per Spazio di Opportunità si occupa di sostegno alla relazione –. All’esplosione della pandemia, in 48 ore siamo passati dalle attività in presenza a quelle a distanza, e la partecipazione è sempre stata ottima. Abbiamo registrato un lieve calo a settembre, immaginiamo legato alla paura per l’arrivo della seconda ondata. Adesso ci stiamo rimettendo sui binari con 15, 20 presenze al giorno, numeri che ci consentono di lavorare in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole”. Perché l’ingranaggio funzioni sempre al meglio, sono state inserite nuove modalità di accesso: per esempio, nei giorni di maggiore affluenza è richiesta la prenotazione.
Tra le attività che, in questo primo anno di vita, hanno riscosso maggior successo, il laboratorio di fumetto e la web radio. “Il laboratorio di fumetto ci ha permesso di avvicinare anche ragazzi che, solitamente, non frequentano il centro. Sono tutti entusiasti: il laboratorio è ciclico, appena si conclude ci chiedono nuovi appuntamenti”, spiega Riccardo Mattioli, che nello Spazio si occupa di riparare le biciclette e delle attività tecnologiche e informatiche. Quanto alla web radio, “sono tanti i ragazzi che ormai si sono appassionati: c’è chi si concentra sulla regia, chi sulla conduzione. Sono felici di potersi confrontare, sempre alla ricerca di nuovi contenuti”, sottolinea Sara. Ma, nel corso del 2020, sono state tante le attività promosse e partecipate: dal rifacimento degli arredi in estate allo studio del coding per i videogiochi; dal laboratorio di scrittura creativa al giardinaggio, fino ai giochi da tavolo reinventati per essere utilizzati nel rispetto dei protocolli sanitari. Senza dubbio, l’aspetto che più piace ai ragazzi è la possibilità di incontrarsi dal vivo, di confrontarsi e collaborare: un dato, questo, nient’affatto scontato. “Se fino allo scorso autunno non sapevamo se il giorno dopo saremmo stati aperti o avremmo dovuto chiudere – sottolinea Sara – adesso ci sembra di aver trovato un equilibrio, che di sicuro giova allo stato d’animo collettivo”.
Oltre alle attività ludico-ricreative, Spazio di Opportunità offre anche un servizio di aiuto-compiti. Concetta, educatrice di Ape onlus, ogni pomeriggio segue una classe di ragazzi tra i 14 e i 18 anni. “Fino allo scorso autunno abbiamo fatto ripetizioni online – spiega –, ma da settembre siamo tornati in presenza. Ci sono due ragazzi fissi, un’altra decina si turna. Li aiuto nello studio, nella preparazione di interrogazioni e verifiche, nel crearsi un metodo di studio”. Concetta segue i ragazzi delle superiori, ma nel resto del centro tutti possono fare compiti in autonomia: in una stanza si lavora in silenzio, in un’altra si può ripetere, sempre sotto la supervisione degli educatori.
Tracciato un primo bilancio, è già ora di pensare al futuro: “Lavoreremo ancora– spiega Giovanni –. perché questo spazio sia una casa, accogliente per chi ci sta dentro, accogliente per chi viene da fuori”. Una casa della quale, come sottolinea Sara, si impara ad avere cura, in costante crescita grazie al contributo di tutti. “Guardiamo al 2021 con fiducia – conclude Riccardo –: durante questo primo anno abbiamo trovato soluzioni creative a problemi inattesi, come la caccia del tesoro su Google Maps. Ed è proprio questo che vogliamo continuare a fare, perché il 2020 ci ha insegnato a fare meglio di quanto non credessimo di poter fare prima”.